IUS ET SALUS - Periodico online di diritto sanitario e farmaceutico

COVID-19

È evidente la carenza di giurisdizione del Giudice Amministrativo sulla controversia relativa alla sospensione dall’esercizio della professione sanitaria, che – come sottolineato dalla richiamata ordinanza delle sezioni unite della Corte di cassazione – «discende, in modo automatico» dall’accertamento dell’inadempimento dell’obbligo vaccinale, configurato come «requisito essenziale» imposto dalla legge a tutela della salute pubblica e della sicurezza delle cure.



Il contributo indaga il delicato tema della formazione continua, in cui si compendia il diritto-dovere dei professionisti sanitari all’aggiornamento professionale e alla formazione permanente, al fine di adeguare le conoscenze professionali, nonché a migliorare le competenze e le abilità cliniche, tecniche e manageriali ed i comportamenti, secondo il progresso scientifico e tecnologico. Particolare attenzione è riservata al rapporto fra obbligo formativo e responsabilità professionale, nonché ai profili organizzativi del diritto alla formazione attraverso l’analisi del sistema ECM.



Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha chiarito le condizioni di accesso al dossier sanitario, al tempo del Covid-19.



Il Ministero della Salute ha pubblicato la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese, in riferimento ai dati dal 2017 al 2021.



Disciplinate dal Ministero della Salute le nuove modalità di monitoraggio annuale delle richieste di accesso agli indennizzi per i soggetti danneggiati.



Tutti gli atti della sequenza procedimentale introdotta e disciplinata dall’art. 4 del d.l. n. 44/2021, a fronte di un potere vincolato, per l’amministrazione, ai presupposti determinati dalla legge e vincolante per i destinatari, sono egualmente lesivi per la sfera giuridica dei ricorrenti che, si badi, non lamentano soltanto una violazione del loro diritto al lavoro e alla retribuzione (art. 36 Cost.), ma una violazione diretta, e radicale, anche del loro fondamentale diritto ad autodeterminarsi (artt. 2 e 32 Cost.).



La scelta di consentire soltanto alle farmacie, e non anche alle parafarmacie, l’effettuazione dei test previsti dalle norme impugnate (test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e dei tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-CoV-2), a fronte della diversa natura dei due soggetti giuridici e del differente regime che li caratterizza, rientra nella sfera della discrezionalità legislativa e non è censurabile per irragionevolezza.



La nota analizza in chiave critica la recente sentenza della Corte costituzionale che ha giudicato legittima la riserva in favore delle sole farmacie dell’attività di somministrazione di tamponi rapidi antigenici e test sierologici per la rilevazione del coronavirus, con correlata preclusione per le parafarmacie, facendo leva sulla differenza ontologica fra le due tipologie di esercizi e sul percorso, legislativo, giurisprudenziale e dottrinario, di valorizzazione della rete territoriale operante in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.



La disciplina del green pass va ricondotta alla competenza esclusiva statale in tema di profilassi internazionale (art. 117, secondo comma, lettera q, Cost.), [che individua] ogni misura atta a contrastare una pandemia sanitaria in corso, ovvero a prevenirla, poiché non vi può essere in definitiva alcuno spazio di adattamento della normativa statale alla realtà regionale, che non sia stato preventivamente stabilito dalla legislazione statale; unica competente sia a normare, la materia in via legislativa e regolamentare, sia ad esercitare la relativa funzione ammnistrativa, anche in forza, quanto alle autonomie speciali, del perdurante principio del parallelismo.



È rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della norma che esclude, per l’operatore sanitario sospeso dal servizio per inosservanza dell’obbligo vaccinale, il diritto alla retribuzione nonché ad altri compensi o emolumenti comunque denominati.



Il contributo illustra le tappe attraverso le quali ha preso forma il nuovo decreto ministeriale, in corso di emanazione, che riforma l’assistenza sanitaria territoriale, spaziando dalle logiche contingenti dell’emergenza sanitaria alle istanze più generali di revisione sistematica e a regime del Sistema sanitario nazionale.



Il contributo affronta le problematiche sollevate dall’uso dei dati personali per finalità commerciali, soffermando in particolare l’attenzione sul valore, economico e sociale, dei Big Data e sull’istituto della profilazione dell’utente del web, ponendosi infine nella prospettiva delle ricadute sistematiche nel settore della produzione e commercializzazione dei farmaci.



Il contributo analizza, in una prospettiva originale di analisi, i rapporti fra la protezione dei dati personali attinenti alla salute, la disciplina del loro trasferimento e il sistema delle cure transfrontaliere, allo scopo di verificare se e in che misura l’auspicata attuazione di una E- Health europea possa essere in grado di coniugare efficacemente una tutela effettiva della salute delle persone sul territorio dell’Unione Europea con il rispetto della dignità degli utenti, dei loro diritti e libertà fondamentali, a partire dalla garanzia di protezione dei dati sensibili.



Muovendo dall’esperienza registrata nei Paesi Bassi durante l’emergenza sanitaria scaturita dalla propagazione del coronavirus e, in particolare, dalla considerazione degli strumenti giuridici utilizzati in quel contesto territoriale per fronteggiare la pandemia, l’articolo auspica una revisione approfondita della legislazione di emergenza costituzionale, sia per quanto riguarda le disposizioni di contrasto alle malattie infettive, sia in relazione alle altre misure legislative volte a gestire crisi eccezionali legate ad attacchi informatici e a cambiamenti climatici.



Il contributo analizza le ricadute dell’emergenza pandemica da Covid-19 sul grado di effettiva attuazione del diritto costituzionale alla tutela della salute, soffermando l’attenzione sul bilanciamento fra quest’ultimo e gli altri diritti costituzionalmente protetti e sulle misure che nel dibattito politico e istituzionale vengono accreditate come le più idonee a riformare in modo adeguato il sistema sanitario, quali, in particolare, il potenziamento della sanità digitale e dell’assistenza territoriale.



Il contributo analizza, dalla prospettiva dell’ordinamento portoghese, i tratti caratteristici dello stato di eccezione o emergenza atto a fronteggiare le problematiche nascenti dall’emergenza sanitaria di natura pandemica, quale quella causata dalla diffusione del coronavirus, concentrando l’attenzione, in particolare, sulla tenuta del sistema costituzionale quanto al rispetto del principio di proporzionalità e dei diritti fondamentali dell’individuo, nonché del riparto delle competenze fra i livelli territoriali di governo e del dialogo istituzionale fra le corti.



Il contributo indaga, nella prospettiva dell’ordinamento rumeno, la recente esperienza pandemica secondo la duplice chiave di lettura dell’emergenza sanitaria e del grado di capacità degli Stati di regolare il fenomeno, confrontandosi con la scienza e con le esigenze di tutela delle libertà fondamentali delle persone, attraverso una disciplina giuridica non di rado passata al vaglio critico delle corti giudiziarie.



La disciplina sull’obbligo di vaccinazione per Covid-19 prevede, in caso di inadempimento dell’obbligo, la sospensione dal servizio senza retribuzione e altri emolumenti comunque denominati. […] Il Ministero della difesa non è il soggetto pubblico responsabile del buon andamento della campagna vaccinale e più in generale non è l’Amministrazione preposta alla tutela della salute pubblica, e non è pertanto legittimato a lamentare in giudizio il pericolo per la stessa.



Le Linee guida, fondate su evidenze scientifiche documentate in giudizio, forniscono all’autonomia prescrittiva del medito un ausilio senza vincolarlo all’obbligatoria osservanza delle loro raccomandazioni. I medici di medicina generale possono nell’esercizio della propria competenza professionale prescrivere farmaci ulteriori e diversi da quelli raccomandati in esse, purché … tale prescrizione si fondi su evidenze scientifiche attendibili che assicurino la sicurezza e l’efficacia del farmaco […] non… su intuizioni o improvvisazioni sperimentate sulla pelle dei singoli pazienti… anche nella lotta contro il virus Sars-Cov-2 dopo due anni dall’inizio della pandemia.



Le censurate linee guida (ndr: circolare “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS Cov-2” del Ministero della Salute del 26/04/2021, di recepimento delle indicazioni di AIFA) costituiscono mere esimenti in caso di eventi sfavorevoli. […] La prescrizione dell’AIFA, come mutuata dal Ministero della Salute, contrasta, con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professione, imponendo, anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia COVI 19 come avviene per ogni attività terapeutica.



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